Prodotti dell’alveare

Dall’alveare si ottengono diversi prodotti, alimentari e non.

IL MIELE

Il prodotto più famoso e del quale si ha, in genere, la maggiore produzione è certamente il miele. Questo viene prelevato dalle api perlustrando i fiori intorno all’alveare in un raggio mediamente compreso entro i tre chilometri. Al momento in cui viene succhiato dai fiori, la sostanza zuccherina ha il nome di “nettare”, quando invece noi lo andiamo a consumare lo chiamiamo “miele”. Questo ci dice che il miele non è semplicemente un nettare deumidificato, ma all’interno dell’alveare, tale prodotto, subisce una trasformazione nella composizione degli zuccheri, che vengono scissi in zuccheri semplici glucosio e fruttosio, oltre che ad essere concentrato nella soluzione, infatti il nettare arriva a 80% di acqua e 20% di zuccheri, mentre nel miele si ha il 16-17% di acqua ed 83-84% di zuccheri. Il miele ha un ph piuttosto acido, e grazie anche a questa caratteristica è un prodotto batteriostatico; questo permette a questo prodotto di conservarsi a lungo, anche se normalmente si tende a consigliare di consumarlo entro un paio d’anni dal momento della sua estrazione dai favi. La conservazione del prodotto non deve essere fatta in un frigo, basta che il miele non venga esposto a fonti di calore e non venga esposto alla luce del sole. Le proprietà del miele sono note a tutti, ma soprattutto questo alimento viene consumato perché è semplicemente buono.

IL POLLINE

Anche questo alimento viene raccolto dalle api perlustrando i fiori intorno all’alveare, in questo caso, però, il raggio d’azione è molto più ridotto rispetto alla bottinatura del nettare. Il polline viene raccolto dall’apicoltore, inserendo un’apposita trappola posta davanti all’ingresso dell’arnia. Una volta raccolto, il prodotto deve essere mondato da eventuali particelle estranee e poi deve essere posto in condizione di non far prolificare troppo la, pur benefica, flora batterica presente. Tale processo si ottiene tenendo e mantenendo il freddo (conservazione in congelatore), oppure sottraendo umidità, avendo cura di fare tale operazione a bassa temperatura per non perdere i nutrienti termolabili, vitamine in primis. Il polline rappresenta la parte proteica dell’alimentazione dell’alveare ed anche per noi, rappresenta la stessa cosa, oltre a fornire vitamine, sali minerali ecc.

LA PAPPA REALE (o gelatina reale)

La pappa reale viene prodotta da apposite ghiandole delle giovani api operaie dall’alveare per alimentare tutte le larve nei primi tre giorni di vita, e per alimentare la regina dalla fase di larva e per tutta la sua lunga vita. Ha un colore bianco avorio- giallastro ed un sapore acidulo-zuccherino. Viene raccolta dagli apicoltori in certi periodi dell’anno, applicando determinate tecniche produttive, e viene poi conservata in frigo. Al momento del consumo, dovrebbe essere assunta ponendo la dose giornaliera sotto la lingua, in questo modo si permette al nostro corpo di assimilarla prima che venga aggredita dalla saliva. Tale operazione andrebbe effettuata alcuni minuti prima della colazione.

LA PROPOLI

La Propoli viene recuperata all’esterno dell’arnia prevalentemente dalle gemme delle piante, essa infatti, è la resina che viene prodotta dalle piante proprio per proteggere le gemme da attacchi batterici o altro. Le api la spalmano su tutte le superfici all’interno dell’arnia proprio a scopo di disinfettare tutto il loro ambiente sfruttandone le caratteristiche antibiotiche. Anche l’uomo ha imparato a servirsi di questo prodotto, e per lo stesso motivo delle api. La raccolta viene fatta all’interno dell’alveare, utilizzando apposite griglie. La preparazione più famosa della propoli è in tintura madre o soluzione idroalcoolica.

LA CERA

Anche la cera è frutto di ghiandole del corpo delle giovani api, tali ghiandole si trovano sull’addome. Viene prodotta per costruire l’architettura interna dell’alveare. Questo prodotto, di norma non viene consumato a livello alimentare, ma risulta essere un buon protettivo, e queste caratteristiche vengono sfruttate per creme per le mani o cere protettive per legno e mobili. Oltre ad essere utilizzata come base per la produzione di candele di pregio. La caratteristica della candela di cera è che non produce il classico “fumo nero” quando viene accesa.

 

Vi sono, inoltre, prodotti che si ottengono dalla lavorazione/trasformazione dei prodotti dell’alveare. Il più famoso è di certo l’IDROMELE ottenuto dalla fermentazione del miele diluito con la giusta quantità di acqua. Il risultato è una bevanda alcoolica dal gusto gradevole ma particolare. Molto conosciuto ed apprezzato dalle popolazioni nordiche fin dai tempi antichi, ma ancora oggi prodotto e consumato in moltissimi paesi, non solo da coloro che ne hanno lunga tradizione
Un ulteriore, ottimo, prodotto è l’aceto di miele ottenuto facendo acetificare l’idromele. Utilizzato come condimento, rappresenta una valida alternativa per esaltare gli aromi di cibi e pietanze.